Approvata la delibera per l’affrancazione dei livelli nella frazione di Cerasuolo
La settimana scorsa si è svolta la riunione di Consiglio Comunale per approvare il regolamento per affrancare le abitazioni ed i terreni gravati da livello/enfiteusi.
La delibera approvata prevede una procedura, su base volontaria, per provvedere all’affrancazione dai livelli; tutte le spese e le incombenze saranno in capo ai richiedenti.
L’opposizione ha chiesto se i cittadini che non vorranno aderire a questa procedura dovranno pagare l’enfiteusi (ossia i fitti). La Sindaca ha risposto che lo scopo della delibera è circoscritto alla sola affrancazione e che non sono previsti canoni di affitto. Ha chiuso la discussione non ritenendo pertinenti all’argomento le questioni sulla effettiva origine dei terreni.
Fin qui la sintesi dei fatti e iniziamo ad esporre, umilmente, la Nostra posizione.
Per il Comune non è rilevante se si tratta di immobili in concessione dal Comune oppure provenienti dal lascito dell’ex Feudo Marotta. Il catasto riporta su alcuni terreni la dicitura “Comune Concedente” ma il catasto non è titolo di proprietà, lo è soltanto a Trento, Bolzano e nel Friuli Venezia Giulia.
Ci chiediamo a quale titolo il Comune vuole che i Cerasuolani paghino per beni dei quali la stessa Amministrazione Comunale ignora l’origine.
Il Dominio Collettivo ha più volte sottolineato la necessità di creare una commissione paritetica con due periti di una parte e dell’altra (Comune e cittadini di Cerasuolo) esperti in usi civici – non è materia affatto semplice. Due tecnici esperti anche se costosi avrebbero consentito di supportare molto meglio le decisioni.
In realtà una commissione si è riunita chiamata dal tecnico scelto dal comune (cosa assai strana) e ha tenuto dei lavori dei quali non abbiamo alcuna evidenza documentale, né verbali, né documentazione storica dirimente; le realtà possono essere queste due: o le riunioni si sono tenute in maniera informale, e quindi la commissione non è mai esistita, oppure si è tenuta in maniera formale e dovrebbero esserci degli atti dei quali chiederemo conto.
In commissione è stato chiamato un agronomo con il compenso di circa 1700 euro lordi, in sostanza 900 € ca. netti; un perito demaniale riconosciuto dal tribunale, visti il lavoro e la responsabilità necessari, chiede molto di più. Su quali basi ci si assume responsabilità ed esborsi per i cittadini?
Le prime informazioni che riceviamo dalla nostra ricostruzione storica affermano chiaramente che il Duca Marotta, feudatario locale, decise a metà del ‘800 di devolvere l’intero feudo ai suoi fittavoli (affittuari) e che i residenti a Cerasuolo hanno l’usufrutto delle terre regolato dalle Leggi dello Stato.
La decisione presa dal Consiglio comunale di approvare la delibera di giunta appare poco razionale perché introduce elementi burocratici che creano confusione: probabilmente i cittadini e le imprese che decideranno di avvalersi del Sisma Bonus 110 % confidano che l’affrancazione consenta di sciogliere i vincoli dei livelli. In realtà rischia di complicare la situazione perché in mancanza di una chiara definizione demaniale dei beni immobili ci si potrebbe arenare nelle maglie della Conservatoria dei Registri Immobiliari. Se ciò avvenisse potrebbero nascere contenziosi legali con il Comune poiché le agevolazioni potrebbero essere revocate e potrebbe essere chiesto il rimborso dall’Agenzia delle Entrate.
Ci chiediamo da cosa sia dipesa questa fretta e soprattutto perché da circa un anno, ossia da quando la sindaca venne a raccontare la sua verità ai Cerasuolani , ci sia stata negata una commissione che contemplasse gli interessi di tutti con due tecnici di parte ed una commissione adeguata, che avesse reale terzietà e che era protagonista e non semplicemente lì a ratificare decisioni prese da altri.
Il problema dell’origine degli immobili di Cerasuolo va risolto in maniera organica, definitiva e certa, l’unica reale soluzione avviene attraverso: la ricostruzione storico-demaniale in prima istanza e il Commissario degli Usi Civici in seconda; aggiungiamo che il Commissario degli Usi Civici non ha i tempi farraginosi della giustizia civile.
La materia degli usi civici gestiti dai Domini Collettivi è molto complessa e richiede attenzione.
Ricordiamo, scusate la pedanteria, che l’ordinamento italiano prevede tre tipologie di proprietà: Pubblica; Privata; Collettiva. Rispetto a quest’ultima ovunque in Italia si riscontra una scarsa “consapevolezza” da parte degli enti locali.
Ci si chiede perché la Nostra ricostruzione storico-demaniale non è ad oggi potuta completarsi; i motivi:
- Motivi economici.
Ad oggi ci siamo dovuti auto-tassare con lavoro e materiali e spese varie.
Non disponiamo del conto della vecchia Amministrazione Autonoma poiché l’accesso ci è stato impedito da motivi legali.
Quanto c’è sul conto? Chi ne detiene la titolarità? Quali transazioni sono avvenute su questo conto?
- Documentazione storica e contabile.
Richiesta più e più volte: negata.
Chi la detiene fisicamente? C’è un elenco dei documenti?
Entrambi i punti riguardano atti che dovrebbero essere pubblici e trasparenti, in quanto sono dati che appartengono a tutti, se dipendesse dal Dominio sarebbero sul proprio sito web.
Il Dominio Collettivo Ex Feudo Marotta di Cerasuolo